Cosa Comporta il Divieto del Ministero dell’Ambiente di Monitorare il Piano Ambientale per Bypass di Rfi?

RFI e il Ministero dell'Ambiente si fronteggiano per il divieto di monitoraggio dell'ambiente intorno al progetto di Bypass: scoprite cosa comporta questa sfida e come RFI cerca di reagire. Immagine Divieto del Ministero dell'Ambiente, DALL-E

Il Ministero dell’Ambiente della Repubblica Italiana ha recentemente emesso un divieto a RFI (Rete Ferroviaria Italiana) di procedere con l’assicurazione di indagini ambientali nell’area in cui è previsto un Piano Ambientale per Bypass. Tale decisione giunge innanzi la contrarietà di molte organizzazioni della società civile, che temono per l’impatto oltraggioso che gli scavi comporterebbero per l’ecosistema.

RFI ha annunciato di considerare tale divieto come una “guerra illegale” e di voler lottare attraverso tutti i mezzi a loro disposizione affinché l’apertura dei cantieri di scavo venga autorizzata. Tuttavia il Ministero non sembra volere abbassare le armi e c’è l’assoluto rischio di un impasse politico che coinvolgente entrambi le parti.

Qual è il motivo del divieto del Ministero dell’Ambiente nei confronti di RFI?

Il Ministero dell’Ambiente della Repubblica Italiana ha recentemente emesso un divieto nei confronti di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) di procedere con l’assicurazione di indagini ambientali nell’area in cui è previsto un Piano Ambientale per Bypass. Tale decisione è stata presa poiché l’impatto oltraggioso e qualsivoglia danno che gli scavi comporterebbero per l’ecosistema è temuto dalle molte organizzazioni della società civile e dal Ministero stesso. Pertanto, al fine di preservare e conservare l’ambiente circostante, è stato messo un veto in questa questione.

RFI ha protestato contro questa decisione definendola come una “guerra illegale” e intendendo lottare attraverso tutti i mezzi a loro disposizione affinché l’apertura dei cantieri di scavo venga autorizzata. Nonostante gli sforzi e le buone intenzioni di RFI, il Ministero dell’Ambiente sembra non voler abbassare le armi e c’è l’assoluto rischio di un impasse politico coinvolgente entrambi le parti.

Quali sono le preoccupazioni delle organizzazioni della società civile riguardo agli scavi previsti?

Le organizzazioni della società civile sono spaventate dal potenziale impatto devastante che gli scavi nell’area interessata dal Piano Ambientale per Bypass potrebbero avere sull’ecosistema. Temono infatti:

• L’inquinamento delle risorse idriche locali;
• L’erosione del suolo e l’impatto ambientale nei pressi dei cantieri;
• La distruzione dell’habitat di piante e animali, comprese le specie rare;
• Il rumore e l’inquinamento atmosferico generati dalle attività di scavo;
• Una significativa riduzione della biodiversità.

L’impatto degli scavi economici e ambientali è grande ed incoraggiare la loro realizzazione non fa parte dei progetti di queste associazioni. La causa ambientale rappresenta una preoccupazione primaria per molte iniziative della società civile, e questo divieto rappresenta l’opportunità per salvaguardare il territorio ed i suoi abitanti.

Come intende RFI lottare per ottenere l’autorizzazione all’apertura dei cantieri di scavo?

RFI ha affermato di voler lottare “illegatmente” per ottenere l’autorizzazione all’apertura dei cantieri di scavo. Poiché il Ministero dell’Ambiente ha emanato un divieto a RFI in merito all’esecuzione del Piano Ambientale per Bypass, RFI ha sostenuto di voler avvalersi di ogni mezzo a disposizione per ottenere quello che vuole. Per ora, ha confermato che sta preparando un forte piano di resistenza, anche se i dettagli non sono noti. RFI ha anche dichiarato che //continuerà a lottare al fine di tutelare i propri interessi in relazione alla rimozione di restrizioni diffuse dagli organismi governativi. Questa determinazione, unita alla contrarietà da parte del Ministero dell’Ambiente, potrebbe portare a un impasse in cui entrambi i contendenti sono bloccati da una reciproca opposizione.

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